46° Natale Sub
46° Natale Sub
Il SUB SEA CLUB TRIESTE ha il piacere di invitarvi al 46° NATALE SUB
che si terrà il 26 dicembre p.v., giorno di Santo Stefano e che fa parte degli eventi natalizi ricorrenti della città di Trieste, organizzato dall’ASD SUB SEA CLUB TRIESTE.
La manifestazione si terrà presso la Scala Reale davanti Piazza dell'Unità d'Italia ed avrà il seguente svolgimento:
Dopo due edizioni, nelle quali siamo stati costretti a modificare radicalmente la manifestazione, causa le disposizioni restrittive anti Covid, privandola delle immersioni e senza la presenza del folto pubblico che solitamente viene ad assistere all’evento, quest’anno il Natale sub sarà realizzato nella sua versione integrale.
Ore 10:30 termine ultimo per le iscrizioni dei subacquei
Ore11:00 la Santa Messa verrà celebrata a terra da Don Francesco Pesce e successivamente avrà luogo l’immersione nello spazio acqueo antistante alla Scala Reale
Ore 11:30 circa lettura del messaggio del Vescovo in immersione.
Ore 12:00 distribuzione ai subacquei ed al pubblico di panettoni e vin broulè.
Parteciperà all'evento come ospite straordinario il Vescovo di Trieste, Mons. Giampaolo Crepaldi che approfitterà dell’occasione per portare l’augurio natalizio a tutto il pubblico presente.
Per la cerimonia verrà appositamente allestito un mega schermo che trasmetterà le immagini in superficie, dal quale il pubblico potrà seguire le varie fasi della manifestazione in immersione.
Per coloro che vorranno immergersi, ci sarà un gazebo adibito a spogliatoio, allestito per l’occasione.
Natale Sub - La storia
Un appuntamento che si rinnova
anno dopo anno
Il Natale Sub è nato da un’idea del primo presidente del Sub Sea Club Trieste, Gianfranco Annis, come semplice occasione di ritrovo tra i Soci che volevano scambiarsi gli auguri natalizi nel modo a loro più congeniale: sotto acqua.
Il primo problema da superare per poter celebrare il rito religioso è stato quello di trovare un sacerdote che fosse in grado di immergersi con i sommozzatori. Fu quindi don Giuseppe Dreossi, appassionato apneista ed esperto pescatore, che si immerse nella prima edizione: a lui si deve l’idea di spostare la lettura dell’omelia sott’acqua a fine della celebrazione.
Nelle prime immersioni il religioso si immergeva con una maschera molto ingombrante detta “granfacciale” che munita di uno speciale microfono incorporato all’erogatore gli permetteva di respirare e leggere al tempo stesso comunicando con la superficie. Alcuni anni dopo si pensò di rendere più agevole il compito realizzando una campana subacquea.
Tra le varie proposte giunte dai soci prevalse quella di Ruggero Loperfido consistente in una campana di plexiglass. Il suo progetto venne realizzato dal fratello Fulvio e venne strutturata in una cupola di plexiglass saldata ad una struttura in acciaio inossidabile completata poi da una bombola che alimentava la cupola. In questo modo, l’officiante poteva appoggiare i piedi sul fondo della campana tenendo la testa e le spalle nella zona d’aria: non utilizzando l’erogatore e la maschera la lettura del testo religioso era quindi più facile. In un secondo tempo, Fulvio Loperfido studiò e realizzo un progetto ancora più complesso: una “casa subacquea” con oblò ancorata al fondo mediante blocchi di cemento, atta a contenere fino a 5 sub. Essi potevano partecipare attivamente alla messa senza ausilio di attrezzature. L’aria veniva pompata all’interno della “casa” tramite un compressore: tuttavia, dopo due anni, considerati gli elevati costi di posa in opera, collaudo RINA e mantenimento, si è preferito tornare all’idea della campana singola, usata ancora oggi.
Dopo tanti anni di assidua presenza, nel 1994 don Giuseppe Dreossi venne a mancare e gli è subentrato don Luciano Giudici, che ha portato avanti la tradizionale Messa Subacquea fino al 2010. Nel 2011 Don Giudici passa il testimone a Don Alessandro Amodeo.
l rito religioso si svolge in due momenti: sulla riva si celebrerà la Santa Messa. Poi il sacerdote si immergerà insieme con i sub e dall’interno della campana, leggerà l’omelia alla profondità di 3 metri.
Ogni anno il rito viene seguito sulla banchina da centinaia di persone: appassionati del mare, ex palombari, familiari dei sub, curiosi, pompieri, poliziotti, uomini della Guardia Costiera e carabinieri che possono guardare su uno schermo televisivo ciò che accade sotto acqua. Questa manifestazione è anche un’occasione per più di un sommozzatore per esibire le attrezzature subacquee più recenti. Erogatori, mute stagne e umide, gav, telecamere scafandrate; e ancora: storici respiratori a ossigeno, del tutto simili a quelli della Decima Mas nella seconda Guerra Mondiale.
C’è tutto insomma in queste immersioni di Natale: religiosità e tradizione, voglia di stare assieme e di salutarsi, ma anche un momento didattico che potrebbe svilupparsi a tutto beneficio della cultura subacquea.